OGNI TANTO MILANO SI TRASFORMA UFFICIALMENTE IN LUNA PARK....
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Preparazione del tonno in guazzetto di agrumi
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Tagliare a fettine arancia
e limone e metterle sul fondo di una pirofila unta Sopra sistemare le fette
di pesce e cospargere con pepe, aglio tritato e un poco di sale. Irrorare il
pesce con succo di arancia e limone, un filo d'olio e infornare per 30
minuti a temperatura media. |
servire con Cortese di Gavi
Bisi Bele Bath (ricetta indiana semplificata)
prepara separatamente :
riso basmati (bollito in brodo vegetale) , mescolato con anacardi e tamarindo
puree di lenticchie rosse decorticate e curry paste (daal)
verdure saltate (fai soffriggere in olio e scalogno un preparato di verdure)
servire in piatto unico compartimentato
uova strapazzate al pomodoro e rostii con funghi.....
Pasta alla Messina
prepara un soffritto con acciughe sotto sale , aglio e capperi (o scalogno)
a parte cuoci la pasta (meglio se integrale) in acqua non salata per circa 3/4 del tempo richiesto
a parte lessa un filetto di pesce bianco (platessa , merluzzo , nasello etc..)
completa la cottura della pasta nella padella con il soffritto e unisci il filetto di pesce spezzettato
mescola il tutto con aggiunta di senape in grani e servi calda
un altro piatto dello chef Messina
POKE DI VIA M
riso basmati lessato in acqua e limone
tonno surgelato tagliato a cubetti e marinato a secco in sale e zucchero di canna per 24 ore
Cipollotti affettati
avocado a cubetti
peperoncino
sale aromatizzato
servire in piatto unico compartimentato
PALM NUT SOUP
Heat the pot, pour in the palm nuts cream and water
add the fishes (mackarel),black pepper,garlic, tomatoes , onions and
water.
Add bouillon cube (Maggi), chili powder (optional) and salt to your taste.
Add the fresh chilies and cover and let it simmer for 30 minutes or more
It is ready when the soup thickens and the red oil appears on the surface of the soup.
You can serve the palm nut soup with rice.
CRONACHE DI MILANO
UN LATO POSITIVO DI CRAXI
"A Milano vive Rino Vaghetti, pittore senza qualità ma poeta della
vita. Vaghetti era stato cronista all’Avanti! sul finire degli anni
Settanta, ma dovette lasciare il lavoro per problemi nervosi. Per anni
Craxi non solo ha finanziato sotterraneamente il Vaghetti ma,
nonostante fosse diventato uno degli uomini più potenti d’Italia, e
l’altro un barbone, gli ha dedicato parte del suo tempo, senza
respingerlo, mai, anche quando Vaghetti si era fatto impresentabile."
UN MISTERO MILANESE DURATO 100 ANNI
Angelo Morbelli, giovane pittore
conosciuto a Milano come uno degli esponenti del nuovo realismo
pittorico a sfondo sociale, espose nel 1884 all’Accademia di Brera
quello che sarà in seguito conosciuto come il suo capolavoro:
“Asfissia!”.
Il dipinto, ricco di particolari ritraeva una scena drammatica: una
tavola imbandita, alcune lettere, una pistola, tanti fiori sul
pavimento e in un angolo due corpi distesi, un uomo e una donna morti.
A cosa si fosse ispirato Morbelli per dipingere l’opera non era noto: si trattava di un omicidio, di un suicidio o di entrambi?
Malgrado l’indiscutibile e riconosciuto talento del pittore nel
realizzare gli effetti della luce filtrata nella stanza e la sua
maestria nel riprodurre gli oggetti, il dipinto non fu ben accolto
dalla critica dell’epoca che giudicò il soggetto troppo crudo,
l’insieme poco equilibrato e lo scorcio con i due corpi distesi, mal
riuscito.
Tanto bastò a Morbelli per fargli tagliare in due la tela, eliminando
la parte con i due corpi e quindi la descrizione del dramma, il “senso”
(se non la spiegazione) del quadro e gran parte della sua tragicità.
Continuò ad esporre l’altra parte della tela, quella principale, con la
tavola apparecchiata ma priva dei protagonisti del duplice delitto.
L’opera diventò allora una bella, complessa natura morta che, a prima
vista faceva pensare ad una ricca, elegante e divertente cena, con
fiori, champagne e tanto disordine; ma ad uno sguardo più attento,
scorgendo le lettere e la pistola appoggiati sullo scrittoio,
riaffioravano gli stessi interrogativi suscitati dalla tela originale:
la scena rappresenta un delitto? Un suicidio, un omicidio o entrambi?
Era un mistero accennato del quale non si vedeva niente ma si intuiva tutta la drammaticità.
E così è stato per oltre cento anni.
Oggi il giallo è stato risolto: la parte dell’opera con i due corpi è
stata ritrovata, giustificando visivamente la presenza del revolver e
confermando le ipotesi di una tragedia in atto.
Inoltre conosciamo la fonte d’ispirazione del dipinto: un fatto di
cronaca avvenuto a Milano nel febbraio del 1884, il triste epilogo di
una piccola grande tragedia d’amore che suscitò evidentemente al
giovane Morbelli il desiderio di immortalarla per sempre con un dipinto
che infatti fu esposto a Brera nell’ottobre dello stesso anno, appena
otto mesi dopo l’accaduto.
Il fatto di cronaca :
Due giovani innamorati decidono di mettere fine alle loro esistenze in
una stanza d’albergo; il loro amore, ostacolato dalle famiglie è senza
futuro e disperati preferiscono morire insieme piuttosto che continuare
a vivere separati.
I due amanti sono Adolfo Franzini , sottotenente dei Lancieri di Montebello di vent’anni, e Gina Bignami, figlia di un macellaio, appena diciannovenne.
Una notte fuggono di casa e si recano all’Albergo Torino, a pochi passi dall’allora Stazione Centrale.
E’ un Albergo frequentato da “coppie di passaggio”, senza tante formalità e dove non richiedono i documenti.
Come riportano dettagliatamente i quotidiani milanesi dell’epoca, alle
quattro e mezzo di mattina i due giovani salgono in camera, vi passano
la notte e l’indomani “hanno fatto salire il direttore dell’albergo, il
signor Bronzini, e gli hanno ordinato da pranzo raccomandandogli di far
loro servire vini buoni e cibi freschi e saporiti” (Corriere della Sera
del 19/02/1884), che la coppia si concede come ultimo inno alla vita,
prima della tragedia.
“Alla sera”, scrive in proposito il giornale “La Perseveranza”,
“volendo compiere il disegno da loro già precedentemente stabilito, [si
fecero accendere la stufa e] cercarono di avere del carbone con cui
procurarsi la morte”.
La prima idea della coppia sembra infatti quella di darsi la morte
tramite asfissia ma qualcosa probabilmente non funziona e la sera il
Direttore dell’Hotel ritrova così i due ragazzi: “La fanciulla (..) era
appoggiata al letto (…) Una larga macchia di sangue nella camicia
indicava la ferita.
Il giovane era a letto sotto le coperte (…) in atteggiamento di chi
dorme (…) era già cadavere; la fanciulla, soccorsa subito dal Bronzini,
fu portata in un’altra camera (…) Quanto all’ufficiale, egli aveva
mirato diritto al cuore e la morte deve essere stata istantanea (…) I
due giovani avevano lasciato sul tavolino della camera 4 lettere chiuse
e 4 piegate ma non ancora riposte nella busta (…) [Quanto al revolver]
pare che sia stato comprato sabato o domenica dal Franzini nella
bottega d’armaiolo della vedova Legnani in via Broletto” (Corriere
della Sera).
Sulla sorte di Gina Bignami si sa che viene trasportata dall’Albergo
alla casa del padre ed affidata alle cure dei medici che sperano di
salvarla, ma niente di più, anche perché le cronache dell’epoca
seguiranno il fatto solo per pochi giorni.
Si conclude così questo “Dramma d’amore”, come titolò "la
Perseveranza", dettato dalla folle passione di due ragazzi che si
conoscevano appena da quattro mesi.
Fino alle 4 ½ quiete perfetta al N. 14”, continua il “Corriere”. “Al
piano terreno c’era il pranzo dato in onore del professore Brofferio e
la maggior parte del personale era occupata giù. Alle 10 e un quarto,
partiti tutti i commensali del banchetto, il direttore Bronzini saliva
ai piani superiori quando giunto al primo piano sentì uno strano e
confuso rumore al secondo piano. Avvicinatosi alla porta del N. 14
picchiò tre volte e non ebbe alcuna risposta. Ma stando in orecchio udì
una voce lamentevole di donna che domandava soccorso. Allora con uno
scalpello forzò la serratura ed entrò. La fanciulla in camicia era
appoggiata al letto dal quale sembra fosse discesa tentando di
avvicinarsi alla porta e chiedere aiuto. Una larga macchia di sangue
nella camicia sotto la mammella sinistra indicava la ferita. Il giovane
era a letto sotto le coperte fino al busto, colla testa pendente sulla
spalla sinistra, in atteggiamento di chi dorme. Il giovine era già
cadavere: la fanciulla, soccorsa subito dal Bronzini, fu portata in
un’altra camera dove è stata amorevolmente confortata ed assistita. (…)
Quanto all’ufficiale, egli aveva mirato diritto al cuore e la morte
deve essere stata istantanea”.
La tragedia, dunque, è compiuta. La scena è quella che Morbelli
descriverà, fino ai minimi particolari, nel suo quadro. I corpi, la
tavola ancora apparecchiata, le bottiglie di sciampagna, le lettere, il
revolver. “I due giovani”, annota ancora il “Corriere”, avevano
lasciato sul tavolino della camera 4 lettere chiuse e 4 piegate ma non
ancora riposte nella busta”. Quanto al revolver, “pare che sia stato
comprato sabato o domenica dal Franzini nella bottega d’armaiuolo della
vedova Legnani in via Broletto”.
È l’epilogo di una piccola grande tragedia d’amore, cui Morbelli si
ispirerà per farne quello che rimarrà indiscutibilmente il suo
capolavoro, benché irrimediabilmente diviso in due parti.
Una tragedia che riserva ancora un mistero, poiché le cronache
dell’epoca, che seguiranno il fatto soltanto per pochi giorni, non
dicono se la giovane Gina Bignami, dalle forme giunoniche e
dall’irresistibile simpatia, riuscirà a salvarsi. Sappiamo che, pochi
giorni dopo, verrà trasportata dall’albergo alla casa paterna, e che i
medici, “se non succedono recrudescenze”, sperano di salvarle la vita.
Sappiamo però anche – stando almeno alle cronache dell’epoca – che cosa
li portò a volersi dare la morte. È “La Perseveranza” a istruircene:
“Gli ostacoli” opposti dalle famiglie al loro amore “accrebbero
infatti”, scrive il giornale, “l’incentivo nei due innamorati, tanto
più che la loro indole era trascinata per tutto ciò che avesse del
romanzesco. Si dice anzi a questo proposito”, conclude il giornale,
“che la Gina Bignami si dilettasse grandemente della lettura dei
romanzi i più strani”.
I giovedì della Paola Marchetti
(somelier Umberto)
polpettone (Gloria)
torta di pomodori(Gloria)
insalata di penne rosse(Gloria)
curry beans (Angelo)
Omuraisu (omlette di riso speziato su letto di salsa fatta con ceci e spinaci) (Angelo)
Minestrone alla genovese con spaghetti spezzati (Angelo)
Funghi , patate e gamberi (Angelo)
Tom Ka Kai (latte di cocco piccante e Bulghur) (Angelo)
pescatrice su salsa di sedano (Sergio)
risotto con gli scampi e insalata icesberg (Sergio)
Minestrone di zucca e fave (Angelo)
Torta di verdura (Gloria)
Strudel (Gloria)
minestra di fagioli con tartufo nero (Angelo)
Arancine siciliane (pasticceria di via Teodosio)
zuppa di tortelli (Val trebbia) con sugo di pomodoro , pistacchio e tartufo (Angelo) , torta di porri (Gloria)
in effetti.....non ci facciamo mancare niente....anche nel dessert....
RISOTTO GAMBERETTI E INSALATA
(liberamente ispirata al piatto di Sergio)
preparare un brodo di pesce
tostare il riso in una padella antiaderente senza olio
sfumare con vino bianco
cuocere il riso aggiungendo progressivamente il brodo di pesce
tagliare a striscoline 2 ceppi di insalata iceberg
quando il riso è pronto spegnere il fuoco , aggiungere l'insalata , gamberetti nani crudi e mescolare alcuni minuti
(i gamberetti e l'insalata devono cuocere a contatto con il riso bollente)
mantecare con olio di oliva e burro
aggiungere un pizzico di pepe bianco o di peperoncino
Questo piatto è stato copiato da SERGIO (Ponky bar) che lo ha realizzato a casa della Paola Marchetti utilizzando gli scampi
(prima
li ha puliti , poi ha usato i carapaci e le teste per fare il brodo di
pesce e quindi li ha aggiunti crudi al riso bollente a fine cottura
insieme all'insalata
una versione più orientale può essere fatta utilizzando riso jasmine o basmati e fish sauce diluita al posto del brodo di pesce
al posto dei gamberetti si può utilizzare merluzzo o tonno tagliati a cubetti e marinati nel limone
Esiste un essere caotico la cui vita è anteriore al Cielo e alla Terra.
È silenzioso, vuoto,solitario, immutabile.
È dotato di movimento rotatorio incessante. Può essere stata la Madre del mondo.
Non conosco il suo nome, lo chiamo Tao. La norma del Tao è se stesso.»
FREGOLA CON GLI SGOMBRI
preparare un soffritto con olio piccante e scalogno e friggere un misto di verdure (anche surgelate)
cuocere la fregola al dente in brodo vegetale
unire le verdure soffritte alla fregola con un poco di brodo di cottura e una scatola di datterini
aggiungere gli sgombri , mescolare e completare la cottura
spolverare con bottarga
i miei ristoranti preferiti....
Cavi di Lavagna
PIATTI CUCINATI DURANTE LA QUARANTENA
Ropa vieja (9)
cotechino con le lenticchie (8)
risotto integrale con funghi (6)
risotto rifritto al pomodoro (6)
orecchiette al pomodoro (8)
insalata di patate lesse e giardiniera (7)
minestra di ceci e fregola (8)
noodles in brodo piccante (9)
tonno e funghi porcini sott'olio (7)
seppie con le lenticchie (9)
pisarei e faso'(9)
Couscous pomodoro e cotechino (7)
eliche al tonno(8)
Pekin soup (7)
spaghetti e fagioli(8)
tortilla di cipolle (9)
SEPPIE IN UMIDO (ricetta di Eric Fricker durante la quarantena)
scongelare le seppie e preparare un soffritto (aglio e olio)
sbollentarle sfumando con vino bianco
aggiungere passata di pomodoro diluita e peperoncino
sobbollire per 30 minuti e aggiungere il basilico a fine cottura
servire tiepida con un crostone di pane abbrustolito in padella
RISOTTO CON LE PATATE
preparare un soffritto con olio di oliva e aglio
aggiungere le patate tagliate a pezzettini e soffriggere 5 minuti
aggiungere il riso e tostare altri 5 minuti
completare la cottura del riso con progressive aggiunte con brodo di verdura
mantecare con pesto mescolando bene
servire ben caldo
(ricetta realizzata da Eric Fricker durante il covid)